Malik Scott spiega perché le prestazioni di Wilder sono calate

Deontay Wilder e Malik Scott

L’ultima pesante sconfitta di Deontay Wilder (43-3-2, 42 KO) ha lasciato l’amaro in bocca nei suoi sostenitori, convinti sempre più, che l’ex campione del mondo dei pesi massimi sia in rapido declino.

 

The Bronze Bomber è stato per molto tempo uno dei combattenti più temuti del pianeta.

 

L’ex detentore del titolo WBC era rinomato per essere uno dei pugili più forti e violenti degli ultimi anni.

 

Il pugile dell’Alabama ha battuto diversi avversari, da Luis Ortiz a Gerald Washington , Dominick Breazeale passando per Bermaine Stiverne (in due circostanze).

 

Tuttavia, quando Deontay ha incontrato Tyson Fury, la sua carriera ha subito un’evidente sterzata.

 

La vittoria lampo su Robert Helenius, di un anno e mezzo fa, è stata solo un breve illusione.

 

Wilder, è tornato sul ring a Dicembre scorso, perdendo in modo netto, ai punti, contro Joseph Parker.

 

Ora, per il peso massimo statunitense si prospetta, con ogni probabilità, un’ultima spiaggia, il prossimo 1 Giugno, nella sfida contro Zhilei Zhang.

Malik Scott: "Wilder trattiene il suo istinto da killer"

Malik Scott

Nell’intervista rilasciata a Boxingsocial.com, l’allenatore di Wilder, Malik Scott ha spiegato il motivo per il quale le prestazioni del “Bronze Bomber” sono calate nell’ultimo periodo.

 

Ecco le sue dichiarazioni.

 

Penso che Deontay abbia in lui un istinto omicida che non può reprimere.

 

Credo che quello che abbiamo visto di recente sul ring, forse non corrispondesse all’atteggiamento necessario per vincere, perché lo rendeva un po’ contento da quello che aveva ottenuto.

 

E se ti trovi in ​​quel tipo di spazio, allora la violenza non è una priorità assoluta.

 

Ma quando sei su un ring di pugilato la violenza deve essere la massima priorità.

 

Deontay è un assassino del ring, è violento, vuole farti dei buchi quando ti prende a pugni.

 

Wilder non si è presentato quella notte con Parker, non è riuscito a premere il grilletto.

 

Ma non è quello il combattente che vedremo nel suo prossimo combattimento.

 

Ha preso l’iniziativa di iniziare ad allenarsi molto prima.

 

Sa che siamo con le spalle al muro e sappiamo cosa dobbiamo fare.

 

È in gioco tutto, non la sua eredità, lui è già una leggenda; ma vuole diventare due volte campione del mondo.”

 

 

 

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