Intervista a Dario Morello: "Contro Nmomah voglio vincere in modo importante"

Intervista a Dario Morello

Il campione italiano e WBO global dei pesi welter, detentore delle cinture UBO International Champ e UBO European Champ  dei pesi medi, Dario Morello (21-1, 4 KO), ha rilasciato, in esclusiva, un’intervista a Ultimoround.it.

 

Il pugile calabrese sarà impegnato il prossimo 15 Dicembre contro Joshua Nmomah (13-1, 4 KO), all’Allianz Cloud di Milano, per il titolo WBC mediterraneo dei pesi medi.

 

L’evento completo sarà organizzato dal Fight Club Giacobbe Fragomeni  in collaborazione con TAF (The Art of Fighting).

 

 

Ecco l’intervista integrale.

 

Dario combatterai il 15 Dicembre contro Joshua Nmomah. Ti chiedo cosa pensi di avere, in particolare, in più, rispetto al tuo avversario?

 

Morello: “Ad occhio nudo si può notare l’immensa differenza fisica tra noi due: lui è una statua, è estetico per eccellenza in ogni sua accezione.

 

Questa sua qualità, la sua presenza fisica, gli conferisce un carisma pugilistico già prima di entrare nel ring.

 

Io, però, dal mio canto sono un pugile dannatamente atipico.

 

Tale peculiarità mi fa differire in ogni match della mia carriera, compreso il prossimo.

 

Mi reputo un pugile scomodo e so fare un po’ di tutto: sono due guardie, so lavorare dalla corta e lunga distanza.

 

Rispetto a lui penso di avere più frecce al mio arco; maggiori possibilità di aggiustare il game plan durante il match.”

 

 

Tu sei molto seguito sui social e sei uno dei pochi pugili italiani a sfruttare bene questa piattaforma per promuoverti come atleta.

 

Come mai, secondo te, la maggior parte dei tuoi colleghi nazionali punta poco su questo strumento o non riesce ad ottenere i tuoi risultati?

 

Morello: “Credo che il successo sui social venga spesso sminuito.

 

Questo strumento viene inteso, ancora oggi, come un mondo effimero, dove non gli viene conferito il giusto peso.

 

Come in ogni ambito, penso ci voglia la capacità di farlo.

 

Parliamo di piattaforme piene di personaggi o presunti tali dove oggi è più complicato emergere rispetto a 10 anni fa.

 

Capita spesso, nel nostro settore, che chi riesce ad ottenere la visibilità che vorrebbe sui social venga sminuito come atleta.

 

In realtà è come un po’ la storiella della volpe che non arrivando all’uva dice che è acerba.

 

Penso che l’aspetto social, oggi, sia un elemento che non può non essere curato nella vita di un’atleta.

 

Bisogna prendere spunto dagli americani, da quegli atleti che creavano la propria fanbase ancor prima di diventare professionisti.

 

Il risultato, poi, era quello di riuscire, fin da subito, ad attirare i propri fans all’evento e vendere i biglietti.

 

Ecco, noi italiani dovremmo prendere spunto da questo, senza piangerci addosso quando le cose non vanno.”

Morello: fra punto di svolta ed obiettivi futuri

Dario Morello in azione sul ring

Dario facciamo un passo indietro e parliamo un po’ del tuo passato.

 

C’è stato un punto della tua carriera o un episodio in particolare che ti ha dato l’input per fare un salto di qualità nel tuo percorso da pugile?

 

Morello: “Nonostante la risposta più scontata, per molti, possa essere individuata nella mia prima sconfitta, credo, invece, che il momento di crescita c’è stato dopo la vicenda che mi ha tenuto lontano dalla scena che conta.

 

Parlo, ovviamente, dello scioglimento del mio contratto con Matchroom Boxing Italy e la famiglia Cherchi.

 

Questo perché non ero in linea con alcune scelte, comportamenti e piani che erano stati studiati per me.

 

Da quel punto c’è stata una consapevolezza che ha creato il Dario Morello che è oggi.

 

Ho capito che nessuno meglio di te sa qual è la cosa giusta da fare, questo perché penso di conoscere bene il mio ambiente a 360 gradi.

 

Mi reputo in grado di curare le mie scelte manageriali da solo, in modo corretto, come sto facendo negli ultimi anni; cosa, invece, che non riscontravo fino a qualche tempo fa.

 

Da quasi tre anni a questa parte, che sono free agent, sono sicuro di aver fatto il cambio di marcia nella mia carriera.”

 

 

Più volte hai manifestato un buon interesse per l’MMA.

 

Volevo chiederti: cosa ne pensi di questi incontri ibridi che vanno di moda oggi MMA+Boxe. Fanno più del bene o del male al pugilato?

 

Morello: “Ritengo che siano dei prodotti a parte, che non fanno nè bene nè male alla boxe.

 

Non sono d’accordo con chi sostiene che questi tipi di match fanno bene al pugilato, perché credo che il nostro sport non abbia bisogno di opere di grazia.

 

La boxe gode di ottima salute a livello di pugili, di grandi match e di seguito.

 

Gli incontri ibridi, però, non fanno neanche male, perché sono dei prodotti per occasionali, che vengono visti, principalmente, da gente che non è veramente appassionata ai singoli sport.

 

Come tutte le cose che creano hype, però, sono eventi facilmente infiammabili e vendibili al botteghino.

 

Tutto ciò non può che far bene agli atleti che ne sono coinvolti.”

 

 

Quale sono i tuoi obiettivi futuri e se c’è un pugile di livello internazionale con il quale avresti il desiderio di batterti prima o poi?

 

Morello: “Io vivo un obiettivo per volta, quindi ti risponderei il mio prossimo match del 15 Dicembre.

 

Ho voglia non solo di vincere ma di farlo in maniera importante.

 

Pretendo una prestazione di un certo livello, che mi faccia capire che posso realmente ambire a ciò che voglio: ovvero, come minimo, i massimi livelli europei.

 

Il pugilato è uno sport particolare, perciò, penso che, per come lo vivo io, o si combatte ad altissimi livelli o il gioco non vale la candela.

 

Per il resto non ho un pugile in particolare che mi piacerebbe affrontare.

 

Se ti dovessi invece fare un discorso da manager, come grande sfida più accessibile, ti direi un match con Matteo Signani, se dovesse riconquistare l’europeo e difenderlo.

 

Ma parleremmo solo di mera strategia, perché, in realtà, non mi andrebbe tanto di sfidare un mio amico sul ring.”

 

 

Si ringrazia Dario Morello per l’intervista concessa.

 

 

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