Il 7 giugno, nella culla della boxe britannica, Ivan Zucco affronterà Callum Simpson per il titolo europeo dei supermedi, allo stadio Oakwell di Barnsley, in Inghilterra. Per il pugile piemontese sarà il match della vita: imbattuto, determinato e con un percorso costruito con il sudore e il sacrificio di chi ha sempre preferito i fatti alle parole.
Lo abbiamo intervistato mentre si prepara a questa storica sfida, per parlare di sogni, identità e della grande responsabilità di rappresentare l’Italia sul ring internazionale.
Ivan, ci avviciniamo a un momento chiave della tua carriera: il 7 giugno affronterai Callum Simpson in Inghilterra per il titolo europeo dei supermedi. Come stai vivendo la preparazione e cosa rappresenta per te questa sfida?
Sono orgoglioso che combatterò in Inghilterra in uno degli incontri più importanti della mia carriera.
Mi sto preparando con impegno, dedizione e fame di vittoria, come ho sempre fatto. So che non sarà facile, ma sono pronto a dare tutto. Ogni colpo, ogni sacrificio, ogni giorno di allenamento mi ha portato fin qui. Questo è solo l’inizio. Il titolo europeo rappresenta il primo vero sogno della mia carriera. Salire su quel ring in Inghilterra significa inseguire ciò per cui ho lavorato ogni giorno: dimostrare chi sono e dove posso arrivare.
Combattere all’estero, soprattutto in Inghilterra, significa portare non solo te stesso, ma anche un pezzo di boxe italiana. Cosa senti di rappresentare?
Combattere in Inghilterra, una delle patrie storiche della boxe, è un onore immenso.
Per me rappresenta una tappa fondamentale, ma anche un momento importante per tutto il movimento pugilistico italiano. Porterò con orgoglio il tricolore su quel ring, inseguendo il primo grande sogno della mia carriera: il titolo europeo. Rappresenterò me stesso, la mia zona, l’Italia.
Il Regno Unito è spesso visto come un ring “ostile” per i pugili stranieri. Punterai a una vittoria prima del limite o confidi comunque in una decisione equa ai punti?
So che dovrò fare più del dovuto, ma siamo pronti.
Credo che, per un titolo così importante, in un contesto prestigioso come questo e davanti a tante persone e televisioni, ci siano le condizioni per ottenere un verdetto giusto. Darò tutto, con la determinazione di chi sa cosa rappresenta davvero questa occasione.
Oggi molti pugili inseguono la visibilità anche fuori dal ring. Tu hai scelto una strada più silenziosa e concreta. È un riflesso anche del tuo modo di vivere questo sport?
Sono una persona silenziosa, non cerco il trash-talking e affronto tutto con umiltà.
Ma parallelamente al lavoro in palestra, curo anche la mia immagine, perché in uno sport come la boxe è fondamentale farsi conoscere, raccontare il proprio percorso e portare questo mondo a più persone. Il rispetto si costruisce dentro e fuori dal ring.
Se il 7 giugno dovessi diventare campione europeo, pensi che il tuo nome potrebbe diventare un punto di riferimento per la boxe italiana?
Se dovessi vincere il titolo europeo, credo che ci sarebbe una grande risonanza mediatica.
Questo potrebbe aprire le porte a palcoscenici internazionali, anche fuori dall’Europa, e sarebbe un passo importante non solo per la mia carriera, ma per tutto il movimento. Sarebbe l’occasione giusta per avvicinare alla boxe anche chi normalmente non la segue, far conoscere la bellezza e i valori di questo sport a un pubblico più ampio. Diventare il volto di punta sarebbe un orgoglio e un onore.
Il 7 giugno Ivan Zucco salirà sul ring non solo per scrivere la storia della sua carriera, ma per dare voce e visibilità a tutto il pugilato italiano.
Grazie ad Ivan Zucco per la sua disponibilità.
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