Oleksandr Usyk (22-0, 14 KO) è il Re dei pesi massimi, senza se e senza ma.
Il fuoriclasse ucraino compie un vero e proprio capolavoro sportivo, superando ai punti Tyson Fury (34-1-1, 24 KO), dopo 12 round a dir poco incredibili.
Usyk riesce a fare quello che Evander Holyfield non era riuscito a portare a termine 25 anni fa: diventare il campione assoluto dei massimi, dopo essere salito nella categoria regina dai pesi mediomassimi.
Il successo di Usyk, nella notte della Kindogm Arena di Riyadh rimarrà scolpito nella storia della noble art e non solo per il prestigioso titolo conquistato.
Oleksandr ha dimostrato di essere un campione imbattibile, capace di rovesciare un match, che 9 pugili su 10, dopo 6 round, avrebbe già derubricato come una pesante sconfitta.
La maggior parte dei suoi colleghi, non lui.
Usyk soffre nella prima parte del match un Tyson Fury tornato nella versione lucente dei giorni migliori.
The Gipsy King per 6 riprese domina il suo rivale, grazie ad un utilizzo esemplare della distanza, scandita da un uso del jab pressoché perfetto.
Fury entra spesso con micidiali montanti al corpo di Usyk.
Colpi pesanti che mettono in seria difficoltà il campione ucraino che sembra soffrire la maggiore potenza del suo rivale.
Ma Usyk ha un rapporto conflittuale con la sconfitta, la odia, non fa parte dei suoi pensieri.
Ciò è dimostrato nei round successivi, dove “The Cat” spinge il cuore oltre l’ostacolo, aumenta la pressione ed inizia ad entrare in modo prepotente nella guardia di Fury.
Il volto del gigante britannico inizia a sanguinare, ma il bello deve ancora venire.
Nel round 9 accade l’impensabile, tutto quello che stravolgerà la storia della sfida.
Usyk con una micidiale combinazione destro-gancio sinistro colpisce in pieno volto Fury, lo stordisce, lo martellla di colpi fino a sfinirlo.
The Gispy King è al tappeto, salvato da un arbitro che si frappone fra i due campioni, non per determinare l’interruzione del match ma per applicare il conteggio a Fury.
La campana salva un epilogo drammatico.
Ma quel round ha cambiato la storia della boxe.
Usyk vince le altre riprese, Fury pensa solo a non capitolare nuovamente.
L’immenso fuoriclasse ucraino trionfa per split decision di un solo punto, con i seguenti cartellini: 115-112, 114-113 a suo favore contro i 113-114 per Fury.
Una vittoria storica, incredibile, epocale, frutto di una forza fisica, tecnica, ma soprattutto mentale senza eguali nella storia della boxe moderna.
Fury, ne esce a testa alta, consapevole, che i knockdowns subiti in carriera cominciano ad essere troppi, rendendolo più vulnerabile rispetto ai migliori tempi che furono.
Ma probabilmente, anche riavvolgendo il nastro a qualche anno fa, con una mascella più granitica e qualche ko in meno, nulla avrebbe potuto il gigante britannico al cospetto di uno dei pugili più grandi della storia della boxe.
Intervenuti alla fine del match della Kingdom Arena di Riyadh, Oleksandr Usyk e Tyson Fury hanno rilasciato le loro dichiarazioni.
Ecco le parole raccolte da DAZN Boxing.
Oleksandr Usyk: “Papà! Mi senti? Mi hanno dato un sacco di soldi!!!.
Grazie mille alla mia squadra. Grazie mille al mio Dio, Gesù Cristo. Grazie a sua Eccellenza Al ash-Sheikh, grazie.
Questa è una grande opportunità per me, per la mia famiglia, per il mio Paese. Gloria all’Ucraina!
E’ un momento fantastico e una giornata fantastica. Grazie Tyson. Senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile.
Sì, certo, sono pronto per la rivincita. Facciamo un’altra bella battaglia!”
Tyson Fury: “Ho appena combattuto, non voglio pensare di avere un incontro di boxe.
Sono al campo da sette mesi, non dimenticatelo.
Ci riorganizzeremo e ne parleremo. Se ci sarà un altro match in Autunno lo saprete.
Pensavo di aver fatto abbastanza per vincere, ma non sono un giudice. Non posso giudicare un combattimento mentre lo sto boxando.
Se mi avessero detto nell’ultimo round che ero indientro nei cartellini avrei provato a finirlo, ma tutti nell’angolo credevano che fossimo in vantaggio.
Tutto quello che dovevo fare era continuare a boxare e fare quello che stavo facendo.
Non piangerò sul latte versato. Ho ottenuto molte vittorie e ho dato a Dio la gloria: ho avuto questa sconfitta, un combattimento ravvicinato, con un brav’uomo come Usyk, ed è stato quello che è stato.
Ho fatto del mio meglio lì dentro.”
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