Il fuoriclasse ucraino lascia la boxe con un palmarès leggendario: tre titoli mondiali in altrettante categorie e due ori olimpici. Un addio carico di gratitudine e significato.
Vasiliy Lomachenko, uno dei pugili più tecnici e rispettati della storia moderna della boxe, ha annunciato ufficialmente il suo ritiro all’età di 37 anni. L’ucraino, due volte medaglia d’oro olimpica e campione del mondo in tre categorie di peso, ha dato l’addio alla carriera agonistica attraverso un toccante messaggio diffuso sui social.
“Sono grato per ogni vittoria e sconfitta dentro e fuori dal ring,” ha scritto Lomachenko. “Mentre la mia carriera volge al termine, ho acquisito chiarezza sulla direzione che una persona deve prendere per ottenere la vera vittoria, non solo sul ring.”
Il suo addio arriva da campione: a maggio 2024 ha disputato, molto probabilmente, l’ultimo incontro della sua carriera, sconfiggendo l’australiano George Kambosos Jr. per KO tecnico e conquistando il vacante titolo IBF dei pesi leggeri. Con questo trionfo, ha portato il suo record professionistico a 18 vittorie (12 per KO) e 3 sconfitte.
Un percorso leggendario, dai dilettanti al professionismo
Lomachenko lascia con uno dei record più impressionanti nella storia del pugilato dilettantistico: 396 vittorie e una sola sconfitta. Dopo aver vinto l’oro olimpico a Pechino 2008 e Londra 2012, è passato al professionismo nel 2013, bruciando le tappe.
Al suo terzo incontro, nel 2014, ha conquistato il titolo mondiale dei pesi piuma battendo Gary Russell Jr. Ai pesi leggeri junior ha brillato nel 2016 con la vittoria su Roman Martinez, mentre nel 2018 ha coronato la conquista della divisione leggeri battendo Jorge Linares in un’epica battaglia al Madison Square Garden.
Le sconfitte più discusse della carriera
Nonostante il talento cristallino e una carriera costellata di successi, Lomachenko ha anche subito tre sconfitte. La prima, nel 2014 contro Orlando Salido, avvenne nel suo secondo match da pro: Salido, in sovrappeso e autore di un combattimento scorretto, vinse ai punti in modo controverso. Anche la sconfitta contro Devin Haney nel 2023 fu ampiamente contestata: una decisione unanime che lasciò perplessi molti osservatori, convinti che fosse Lomachenko a meritare la vittoria. Nel 2020, infine, fu battuto per decisione unanime da Teofimo Lopez.
Un addio carico di emozione e gratitudine
Nel suo messaggio, Lomachenko ha voluto ringraziare la famiglia, in particolare il padre Anatoly, figura chiave nella sua formazione non solo sportiva ma anche umana.
“Mio padre mi ha insegnato non solo la boxe, ma anche come essere un modello per i miei figli. Ho commesso molti errori nella vita e in palestra, ma lui è sempre stato al mio fianco.”
Ha inoltre dedicato parole toccanti alla sua famiglia: “Avete condiviso le mie vittorie e avete sofferto per le mie perdite. Quelle perdite ci hanno solo resi più forti.”
Lomachenko lascia il pugilato da leggenda vivente, con un’eredità che va ben oltre le cinture conquistate. Il suo stile unico, fatto di movimenti angolari, rapidità di esecuzione e intelligenza tattica, resterà per sempre nei manuali del pugilato.
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