Il campione messicano sotto indagine: Surace invoca giustizia dopo la rivincita persa
Il mondo della boxe è nuovamente scosso da un caso di doping. Jaime Munguia, ex campione dei supermedi e protagonista di una delle rivalità più accese dell’ultimo anno, rischia sanzioni disciplinari dopo che anche il suo campione B ha confermato la positività al testosterone di origine esogena. L’esito del test getta un’ombra pesante sulla sua vittoria ai punti contro Bruno Surace, ottenuta nella rivincita disputata a Tijuana, e potrebbe portare alla sua trasformazione in un no-contest.
Fonti vicine al British Boxing Board of Control (BBBofC), che ha giurisdizione sull’evento in questione, riferiscono che una decisione disciplinare potrebbe essere imminente. Al momento, il direttore generale del BBBofC, Robert Smith, non ha rilasciato commenti ufficiali.
Una rivalità ad alta tensione: dal KO alla vendetta… ora annullata?
Lo scorso dicembre, Bruno Surace aveva scioccato il pubblico mondiale con un clamoroso KO al sesto round, battendo Munguia in quello che The Ring Magazine ha poi definito “Upset of the Year”. Il match aveva segnato la prima sconfitta in carriera per il messicano (45-2, 35 KO), che ha poi cercato la rivincita unificando gli sforzi con il noto trainer Eddy Reynoso, condividendo il campo di allenamento con Canelo Alvarez.
Nella rivincita disputata a maggio, prologo del trionfo di Canelo su William Scull, Munguia aveva ottenuto una sofferta vittoria ai punti, salendo al quinto posto nella classifica dei pesi supermedi di The Ring, mentre Surace scivolava all’ottavo.
Tuttavia, la narrazione trionfale è stata bruscamente interrotta dal risultato del test antidoping sul campione A, effettuato poco dopo l’incontro. Una conferma giunta con la positività anche del campione B ha ora messo tutto in discussione.
La reazione di Surace: “Ribaltate il risultato, serve giustizia”
Bruno Surace, 26 anni (26-1-2, 5 KO), non ha nascosto la propria indignazione:
“Ora che anche il campione B di Munguia è positivo, non vedo l’ora che il BBBofC ribalti il risultato e prenda provvedimenti appropriati. Semplicemente, non c’è posto nel pugilato per questo comportamento.”
Il pugile francese ha anche espresso il desiderio di rimettersi subito in gioco:
“Mi piacerebbe molto affrontare il vincitore del match Berlanga-Sheeraz a luglio. Voglio dimostrare che il KO su Munguia non è stato un colpo di fortuna.”
Il Team Munguia si difende: “E’ stata solo contaminazione”
Dalla parte di Munguia, la linea è chiara: nessuna assunzione intenzionale di sostanze proibite. In un comunicato ufficiale, il team ha dichiarato:
“Vogliamo ribadire che questo risultato non cambia la nostra posizione: Jaime non ha ingerito consapevolmente o intenzionalmente alcuna sostanza vietata. Restiamo fermamente convinti che il risultato sia stato causato da contaminazione e stiamo facendo il possibile per identificarne la fonte.”
Munguia stesso, travolto da un 2024 difficile in cui ha subito le prime due sconfitte della sua carriera, ha promesso collaborazione:
“Amo la boxe e sono il primo a voler chiarire tutto. Non ho mai mancato di rispetto allo sport, ai miei avversari, né ai tifosi. Non vedo l’ora di tornare sul ring per dimostrare chi sono davvero.”
Con il futuro sportivo di Munguia appeso a un filo e la possibilità concreta di una squalifica, gli occhi del mondo della boxe restano puntati sulle decisioni del BBBofC. Se il verdetto verrà ribaltato, si riapriranno scenari inattesi nella categoria supermedi, e Bruno Surace potrebbe essere catapultato nuovamente tra i contendenti al titolo.
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